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Era quella, pareva, una clausola formale della costituzione dovendo i membri della lega, nella misura delle loro forze contribuire alla propaganda del rosso, e all’aumento della specie.

Ma soggiunse che, veduta la rarità della mia tinta, un'eccezione sarebbe fatta per me. «Le ore di presenza, egli continuò, sono dalle 10 alle 2, la pensione di 400 lire al mese, e il lavoro puramente nominale. Si trattava semplicemente, durante il tempo stabilito, di copiare gli articoli dell’Enciclopedia Britannica. Dovevo fornirmi io stesso di carta e penne. Siccome accondiscendevo a queste condizioni mi fece osservare che la menoma irregolarità potea essermi di grande pregiudizio; non dovevo mancare sotto verun pretesto, malattia, affari, od altro, non dovevo lasciare durante quelle quattro ore l’ufficio che mi veniva assegnato, non fosse che per un istante.

Tutto ciò mi conveniva a meraviglia, non lavoravo che dopo mezzodi; nulla m’impediva quindi di venire ogni giorno a copiare l'Enciclopedia; del resto Vincenzo mi prometteva di rimpiazzarmi del suo meglio.

Sul momento gli aumentai leggermente il salario.

Quindi lasciai il signor Duncan Ross. Dovevo entrare in funzioni subito il domani.

Ritornato a casa mi presi a riflettere.

Solo, ora mi chiedevo se tutto ciò non era una curiosa mistificazione, e se non ero lo zimbello di qualche maligno buontempone.

Ma Vincenzo, una volta ancora mi rassicurò, e fiducioso me ne ritornai il dì seguente a Pape’s Court.

Ero aspettato. Il signor Duncan stesso mi fece sedere in un buon seggiolone, dinanzi un largo tavolo, m’indicò il mio lavoro, aprì l’Enciclopedia, pregandomi d’incominciare alla lettera A. E bravamente mi posi a copiare.