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marito non può amare Vostra Maestà, non può avere alcuna ragione di scompigliare i vostri piani.

— E’ vero. E però!... Avrei molto bramato avesse appartenuto alla mia casta. Che regina sarebbe mai stata!

Egli s’immerse in un profondo silenzio, dal quale non uscì se non quando la vettura entrò nella Serpentine Avenue.

La porta di Briony-Lodge era aperta e una vecchietta stava sulla gradinata. Ci lanciò un’occhiata derisoria quando ci vide scendere di vettura.

— Il sig. Sherlock Holmes credo? — chiese.

— Sì, è questo il mio nome — rispose l’amico mio il cui volto esprimeva lo stupore e l’apprensione.

— La mia signora mi disse, che calcolava un po’ sulla vostra visita. È partita questa mattina pel continente col treno delle 5 e 15.

— Come?

Sherlock Holmes impallidì e retrocesse.

— Voi dite, ch’ella lasciò l’Inghilterra?

— Per sempre.

— E le carte? — chiese il re ansiosamente. — Tutto è perduto.

— Ora vedremo.

Holmes spingendo da un un lato la domestica si slanciò nel salotto, seguito dal re e da me. I mobili erano tutti qua e là alla rinfusa, in un grande disordine, tutti i tiretti erano aperti, come se la padrona di casa avesse voluto tutto svaligiare prima della sua fuga. Holmes corse verso il caminetto, e introducendo la mano nel ripostiglio a lui noto ne tolse una fotografia e una lettera. La fotografia era quella d’Irene Adler in toilette da ballo, e la lettera indirizzata a Sherlock Holmes, portava questa indicazione:

Da lasciar qui fino a reclamo.