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nozze reali d’Irene Adler, figlia maggiorenne, e di Godfrey Norton, celibe. Questo durò dieci minuti appena. Lo sposo mi ringraziò, Irene mi sorrise, il prete m’impartì la sua benedizione. V’era di certo in tutto quell’affare, qualche vizio di forma, e il prete aveva rifiutato di unire i due fidanzati, se un testimonio legale non veniva presentato. Io aveva salvato la situazione. Pel mio disturbo ricevetti una sovrana dai novelli sposi.

Farò montare quella moneta in uno spillo da cravatta.

— E poi?... — chiesi.

— In fede mia, il mio piano di campagna si trovava molto compromesso. Temevo vedere gli sposi partirsene insieme. Che fare allora! Fortunatamente alla porta della chiesa, si separarono. Godfrey se ne ritornò a casa sua e Irene a Briony Ladge. Ella lasciandolo gli aveva detto:

“A Hyde Park, questa sera dalle cinque alle sette.”

— E voi contate?...

— Mangiar prima un pezzo di manzo e prendere un bicchiere di birra, disse premendo il campanello. Fui talmente occupato che non potei trovare il tempo di ristorarmi. A proposito dottore, se vi chiedessi di accompagnarmi questa sera? Temete i subbugli?

— No affatto.

— E al bisogno acconsentireste di passare una notte in polizia?...

— Sono vostro, ma che debbo fare?

— Ecco, egli riprese divorando i cibi che gli erano stati portati. Miss Irene o meglio madama Irene, ritorna questa sera in casa sua alle sette; noi la precederemo a Briony Ladge. Ho tutto preparato per un colpo decisivo. Tutto quanto vi raccomando è di non immischiarvi in nulla, qualunque cosa avvenga. Dovete rimanere assolutamente neutro. Se sentite delle grida o delle bastonate non cura-