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ver bisogno di voi... ed egli pure... Sentite? egli sale. Rimanete, e osservate...

Lo straniero, saliva la scala con passo grave, si era arrestato sulla soglia; picchiò due volte imperiosamente.

— Entrate! — gridò Holmes.

E la porta, girando sopra sè stessa, lasciò passare un uomo mascherato, di portamento altero. Alto sei piedi, indossava un’ampia pelliccia di panno marron, e ornata di astrakan alle maniche e al collo.

Dalle spalle gli scendeva un mantello, bleu cupo, foderato di seta rossa e trattenuto soltanto da un enorme agrafe di turchesi. Teneva in mano un feltro molle. Alti stivali guerniti di pelliccia completavano quel sontuoso abbigliamento un po’ bizzarro.

— Riceveste la mia lettera? — disse con accento tedesco molto pronunciato. — Vi avevo annunciato la mia visita....

— Difatti, signore. Vi prego di sedere — disse Holmes avvicinando un seggiolone. — Vi presento l’amico mio e collega Watson che suole assistermi nei miei studii. Ma.... a chi ho l’onore di parlare?

— Al conte Von Kramm, gentiluomo boemo. Questo signore, voi dite, è vostro amico... posso quindi calcolare sull’assoluta sua segretezza. La cosa che qui mi conduce è della più alta importanza e preferirei intrattenervene solo, se...

Come mi alzavo per uscire, Holmes mi trattenne per la mano e mi costrinse a risedermi.

— Non temete — disse — potete dire dinanzi al mio amico tutto quanto vorrete.

— Bene — rispose il conte stringendosi nelle spalle. — Signori, debbo anzitutto chiedervi la vostra parola di nulla rivelare prima di due anni su quanto sono per dirvi.

Pietro un cenno affermativo da parte nostra, il conte proseguì: