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Ma dunque era morto davvero?... Davvero?...

Non voleva crederlo, non poteva convincersene.

— Ciccillo, Ciccillo....

Ed ella cadde in ginocchi presso il letto coprendo dei suoi baci e delle sue lagrime quella cara testina.

Povera mamma!...

L’acqua veniva sempre giù con un rumore fitto ed assordante, mentre un vento furioso entrava fischiando attraverso le imposte sconnesse.

Dalla strada si udì in lontananza il suono d’una voce rauca, che si faceva sempre più distinta e vicina; poi cessò ad un tratto e fu seguita da un borbottamento sotto la porta di casa.

Infine Carmela udì un passo pesante salire le scale.

Un forte calcio fu assestato contro la porta, ed essa si scosse sbigottita e istupidita sul cadavere del figlio.

— Ehi, Carmela, apri — risuonò bruscamente la voce di fuori.

La donna parve non avesse inteso; ma alla seconda chiamata si levò penosamente e andò ad aprire la porta.

Entrò un uomo barcollante, immollato d’acqua.

— Eh! che ci vuole per aprire, chiamo da mezz’ora.

E si appoggiò al muro per non cadere.

Carmela senza parlare gli indicò il letto dove il piccolo cadavere rigido e freddo pareva dormire.

Egli guardò senza capire. Poi scrollò le spalle borbottando:

— Oh! non temere, non te lo mangio, io, il tuo cocò....

E si gettò bello e vestito, tutto bagnato com’era, sul letto, a due passi dal piccolo morto....

Pochi minuti dopo russava, mentre la lucerna di creta rischiarava fiocamente il volto del povero Ciccillo. mentre Carmela, sempre inginocchiata a piè del letto, piangeva silenziosamente, pregando il buon Dio di farla morire così, di farle raggiungere presto, nel Paradiso, il suo figliuolo adorato....

E di fuori pioveva, pioveva....

Gesualdo Police.