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cosa preziosissima, d’un valore inestimabile: un grosso brillante, contornato di perle con una legatura veramente artistica, squisitamente arieggiarne all’antico.

Ella, guardandolo, ebbe un piccolo sorriso, un sorriso che aveva qualche cosa di triste, e che rivelava un profondo struggimento dell’anima.

Egli le mandava quel dono credendo di compensarla con esso di un sacrificio, della privazione del suo amore.

No, no; ciò non sarebbe stato possibile mai.

Egli avrebbe potuto regalarle il più magnifico castello, posarle ai piedi tutti i favolosi tesori dell’Oriente, erigerle un trono tutto di gemme, ed ella si sarebbe sentita ancora il medesimo affanno, il medesimo dolore nel fondo dell’anima buona.

Il suo amore, il suo amore, il suo amore. Ella non voleva che il suo amore.

Ed ella si asciugò gli occhi pieni di lagrime mormorando:

— Dammi invece una casa piccina, ma un cuore grande!

F. Franceschini.