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IN QUARTIERE!
— Presto, via, in riga! tuonò, dalla porta in fondo alla camerata, il furiere della quinta compagnia.
Ed i bersaglieri cessarono dal vociare interrompendo le occupazioni loro e corsero a mettersi in ordine davanti al superiore, abbottonandosi in fretta e furia e spazzolandola col palmo delle mani, o riaccomodandosi ben bene il fez sulla nuca.
Striani, un buon diavolàccio di soldato, ritardava: quell’ordine tronco, reciso non lo aveva menomamente scosso ed anzi che addimostrare premura o correre come gli altri a mettersi nei ranghi, rimaneva al suo posto.
Redarguito dal furiere, non mostrò di andarsene: minacciato di prigione raggiunse il reparto, già ordinato su due righe, con una dinoccolata andatura che aveva del me n’infischio della più bell’acqua.
— Striani! Entrerete alla prigione!
Il poveretto guardò stralunato il furiere sbarrando i suoi occhioni celesti, pieni di bontà e chinò il capo.
Quando il tenente si presentò alla compagnia per comunicazioni d’ordine disciplinare seppe della punizione inflitta al bersagliere Striani. Lo cercò fra