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E mi porse una lettera.

La carta era alquanto consistente, leggermente colorita in rosa.

— La ricevetti questa sera dalla posta, soggiunse. Prendete, leggetela.

La lettera non portava nè data nè indirizzo; non era firmata:

«Questa sera, alle otto meno un quarto voi riceverete la visita di una persona che desidera consultarvi sopra un soggetto della più alta importanza. I servigi da voi resi recentemente a una famiglia regnante di Europa, dimostrano che siete capace di adempiere le missioni le più delicate. Una simile missione io tengo ad affidarvi. Adunque, vogliate trovarvi in casa vostra questa sera nell’ora sunnominata, e non offendetevi se il vostro visitatore si presenterà mascherato.»

— Oh! si tratta di un grande mistero! esclamai. Che può mai significare tale missione?

— Non potrei ancora nulla dedurre, sarebbe pazzia il pronosticare da questa semplice lettera. Attendiamo; allorchè saremo informati erigeremo le nostre batterie! E voi, che concludete da questa epistola?

Di nuovo esaminai attentamente le scrittura e la carta.

— L’individuo che scrisse ciò, dissi, volendo imitare il modo di procedere del mio amico, l’individuo che qui scrisse, è evidentemente ricco. È questa una carta bellissima... Ma guardate come la sua composizione è bizzarra.

— Bizzarra, diffatti, è la vera parola, interruppe Holmes. Però non è carta inglese. Guardatela presso la luce.

Avendola avvicinata alla lucerna, vi lessi impresse a filagrana, queste lettere enigmatiche: P. G T. E G R.

— Che ne concludete? mi disse il mio camerata.