Pagina:Doyle - Le avventure di Sherlock Holmes.djvu/124


— 118 —


— Come mio fratello! esclamò Arnaldo; anch’egli andò nella China; ritornerà fra breve e, senza dubbio, ci porterà altrettante meraviglie di laggiù.

In quel momento sopravvenne Elisa, tutta affannata; le occorrevano delle candele per l’albero del Natale. Vedendo l’uomo, ai arrestò.

— E’ un girovago che porta una valigia colma di oggetti bellissimi, che vengono di molto lontano, dalla China e dal Giappone, le gridò Arnaldo; vieni, vieni a vedere!

La giovinetta si avanzò. Quando fu vicina a quell’uomo, egli le parlò sommessamente. Essa vacillò, frenò un grido, ed ebbe la forza di dire ai fanciulli:

— Andate, la mamma vi chiama.

I due fratellini se ne andarono a malincuore. Elisa disse allora qualche parola alla vecchia domestica, che congiunse le mani esclamando:

— Dolce Gesù! è mai possibile?

Ma la fanciulla si posò un dito sulle labbra por imporle silenzio; poi fra lei e lo straniero seguì un conciliabolo sottovoce.

Però il momento d’illuminare l‘albero si avvicinava. Arnaldo e la sorellina, di più in più agitati dalla febbre dell’attesa, correvano qua e là nella casa, indi si arrestavano alla porta del salotto origliando, guardando dalla serratura, nella speranza d’intravvedere qualche cosa degli splendori promessi. Elisa vi si era rinchiusa per accendere le candele. Il dottore e la moglie vennero alla lor volta, nel corridoio, ove a bella posta era stata soppressa l’illuminazione; attendevano coi loro due figlioletti che la porta si aprisse.

E’ un momento solenne. Nell’oscurità e nel silenzio si creda scorgere delle forme bianche, udire un lieve fremito d’ali, e si pensa agli angeli che visitano le nostre dimore, e depongono intorno all’albero i doni del divino Fanciullo...

Quella sera il dottore e la sua famiglia ebbero l’impressione molto distinta di bisbigli di passi sommessi, tanto che i duo piccini si strinsero contro la madre, tremanti all’idea della presenza di un ospite invisibile.