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v’è né può esservi che una sola Legge per l’uomo individuo e per l’umanità collettiva, hanno raccolto che il carattere fondamentale, universale, di questa Legge è PROGRESSO. Da queste verità, oggimai innegabili perché confermate da tutti i rami dell'umano sapere, scendono tutti i vostri doveri verso voi stessi, e scendono pure tutti i vostri diritti i quali sommano in uno: il diritto di non essere menomamente inceppati e d'essere dentro certi limiti, ajutati nel compimento dei vostri doveri.

Voi siete e vi sentite liberi. Tutti i sofismi d'una misera filosofia, che vorrebbe sostituire una dottrina di non so quale fatalismo al grido della coscienza umana, non valgono a cancellare due testimonianze invincibili a favore della libertà: il rimorso e il Martirio. Da Socrate a Gesù, da Gesù fino agli uomini che muoiono a ogni tanto per la Patria, i Martiri di una Fede protestano contro quella servile dottrina, gridandovi: «noi amavamo la vita; amavamo esseri che ce la facevano cara e che ci supplicavano di cedere: tutti gl’impulsi del nostro core dicevano vivi! a ciascuno di noi; ma per la salute delle generazioni avvenire, scegliemmo morire». Da Caino alla spia volgare dei nostri giorni, i traditori dei loro fratelli, gli uomini che si son messi sulla via del male, sentono nel fondo dell'anima una condanna, una irrequietezza, un rimprovero che dice a ciascun d'essi: perché t'allontanasti dalle vie del bene? Voi siete liberi e quindi responsabili. Da questa libertà morale scende il vostro diritto alla libertà politica, il vostro dovere di conquistarvela e mantenerla inviolata, il dovere in altrui di non menomarla.