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La Patria è il segno della missione che Dio v’ha dato da compiere nell’Umanità. Le facoltà, le forze di tutti i suoi figli devono associarsi pel compimento di quella missione. Una certa somma di doveri e di diritti comuni spetta ad ogni uomo che risponde al chi sei? degli altri popoli: sono Italiano. Quei doveri e quei diritti non possono essere rappresentati che da un solo Potere escito dal vostro voto. La Patria deve aver dunque un solo Governo. I politici che si chiamano federalisti e che vorrebbero far dell’Italia una fratellanza di Stati diversi, smembrano la Patria e non ne intendono l’Unità. Gli stati nei quali si divide in oggi l’Italia non sono creazione del nostro popolo: escirono da calcoli d’ambizione di principi o di conquistatori stranieri, e non giovano che ad accarezzare la vanità delle aristocrazie locali, alle quali è necessaria una sfera più ristretta della grande Patria. Ciò che voi, popolo, creaste, abbelliste, consacraste coi vostri affetti, colle vostre gioie, coi vostri dolori, col vostro sangue, è la Città, il Comune, non la Provincia o lo Stato. Nella Città, nel Comune dove dormono i vostri padri e vivranno i nati da voi, s’esercitano le vostre facoltà, i vostri diritti personali, si svolge la vostra vita d’individuo. È della vostra Città che ciascuno di voi può dire ciò che cantano i Veneziani della loro: Venezia la xe nostra. — L’avemo fatta nu. In essa avete bisogno di libertà, come nella Patria comune avete bisogno d’associazione. Libertà di Comune e Uuità di Patria, sia dunque la vostra fede. Non dite Roma e Toscana, Roma e Lombardia, Roma e Sicilia, dite ROMA e Firenze, ROMA e Siena, ROMA e Livorno, e così