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alla stessa credenza, quella che impone lo sviluppo e il progresso della razza umana, troviamo dieci convinzioni diverse sui modi d’applicare la credenza alle azioni, cioè sui doveri? Evidentemente, il grido della coscienza dell’individuo non basta, in ogni stato di cose e senz’altra norma, a rivelargli la legge. La coscienza basta solo a insegnarvi che una legge esiste, non quale sono questi doveri. Per questo il martirio non s’è mai, e comunque l’egoismo predominasse, esiliato dall’umanità; ma quanti martiri non sacrificarono l’esistenza per presunti doveri, a beneficio d’errori oggi patenti a ciascuno!
V’è dunque bisogno d’una scorta alla vostra coscienza, d’un lume che le rompa d’intorno la tenebra, d’una norma che ne verifichi e ne diriga gl’istinti. E questa norma è l’Intelletto e l’umanità.
Dio ha dato intelletto a ciascun di voi, perché lo educhiate a conoscere la sua legge. Oggi, la miseria, gli errori inveterati da secoli, e la volontà dei vostri padroni, vi contrastano fin la possibilità d’educarlo; e per questo v’è necessario rovesciare quegli ostacoli colla forza. Ma quand’anche gli ostacoli saranno tolti di mezzo, l’intelletto di ciascun di voi sarà insufficiente a conoscere la legge di Dio, se non appoggiandosi all’intelletto dell’umanità. La vostra vita è breve: le vostre facoltà individuali sono deboli, incerte, e abbisognano d’un punto d’appoggio. Or Dio v’ha messo vicino un essere la cui vita è continua, e le cui facoltà sono la somma di tutte le facultà individuali che si sono, da forse quattrocento secoli, esercitate; un essere che attraverso gli errori e le colpe degli individui migliora sempre in sapienza e