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Avete d’altra parte uomini che vi dicono: «Dio esiste; ma così grande, troppo superiore a tutte cose create, perchè voi possiate sperar di raggiungerlo coll’opere umane. La terra è fango. La vita è un giorno. Distaccatevi dalla prima quanto più potete; non date più valore che non merita alla seconda. Che sono mai tutti gli interessi terreni a fronte della vita immortale dell’anima vostra? Pensate a questa: guardate al Cielo. Che v’importa se voi vivete quaggiù in un modo o in un altro? Siete destinati a morire; e Dio vi giudicherà, secondo i pensieri che avrete dato, non alla terra, ma a lui. Soffrite? Benedite al Signore che vi manda quei patimenti. L’esistenza terrena è una prova. La vostra è terra d’esiglio. Sprecatela ed innalzatevi. Di mezzo ai patimenti, dalla miseria, dalla schiavitù, voi potete rivolgervi a Dio, e santificarvi nell’adorazione di Lui, della preghiera, nella fede in un avvenire che vi compenserà largamente, e nel disprezzo delle cose mondane».

Di quei che così vi parlano, i primi non amano Dio; i secondi non lo conoscono.

L’uomo è uno, direte ai primi. Voi non potete troncarlo in due; e far sì ch’egli concordi con voi nei principii che devono regolare l’ordinamento della società, quand’ei differisca intorno all’origine sua, ai suoi destini e alla sua legge di vita quaggiù. Le religioni governano il mondo. Quando gli uomini dell’India credevano d’esser nati, gli uni dalla testa, altri dalle braccia, altri dai piedi di Brama, Divinità loro, ordinavano la società secondo la divisione degli uomini in caste, assegnavano agli uni ereditariamente