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Operai Italiani! Fratelli miei! Quando Cristo venne e cangiò la faccia del mondo, ei non parlò di diritti ai ricchi, che non avevano bisogno di conquistarli; a’ poveri che ne avrebbero forse abusato, ad imitazione dei ricchi: non parlò d’utile o d’interessi a una gente che gl’interessi e l’utile avevano corrotto: parlò di Dovere: parlò d’Amore, di Sagrifizio; di Fede: disse che quegli solo sarebbe il primo fra tutti, che avrebbe giovato a tutti coll’opera sua. E quelle parole susurrate nell’orecchio ad una società che non aveva più scintilla di vita, la rianimarono, conquistarono i milioni, conquistarono il mondo e fecero progredire d’un passo l’educazione del genere umano. Operai Italiani! noi siamo in un’epoca simile a quella di Cristo. Viviamo in mezzo a una società incadaverita com’era quella dell’Impero Romano, col bisogno nell’animo di ravvivarla, di trasformala; d’associarne, tutti i membri e i lavori in una sola fede, sotto una sola legge, verso uno scopo solo sviluppo libero progressivo di tutte le facoltà che Dio ha messo in germe nella sua creatura. Cerchiamo che Dio regni sulla terra siccome nel Cielo, o meglio che la terra sfa una preparazione al Cielo, e la Società un tentativo di avvicinamento progressivo al pensiero Divino.

Ma ogni atto di Cristo rappresentava la fede ch’ei predicava, e intorno a lui v’erano apostoli che incarnavano nei loro atti la fede ch’essi avevano accettato. Siate tali, e vincerete. Predicate il Dovere agli uomini delle classi che vi stanno sopra, e compite, per quanto è possibile, i doveri vostri: predicate la virtù, il sagrifizio, l’amore; e siate virtuosi, e pronti al sagrifizio e all’amore. Esprimete corag-