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La vostra emancipazione non può fondarsi che sul trionfo d’un Principio: l’unità della Famiglia Umana. Oggi, la metà della famiglia umana, la metà a cui noi cerchiamo ispirazioni e conforti, la metà che ha in cura la prima educazione dei nostri figli, è, per singolare contraddizione, dichiarata civilmente, politicamente, socialmente ineguale, esclusa da quell’Unità. A voi che cercate, in nome d’una verità religiosa, la vostra emancipazione, spetta di protestare in ogni modo, in ogni occasione, contro quella negazione dell’Unità.

L’emancipazione della donna dovrebb’essere continuamente accoppiata per voi coll’emancipazione dell’operaio e darà al vostro lavoro la consecrazione d’una verità universale.




Nota alla pag. 136


La necessità d’un vasto capitale per lo stabilimento d’una manifattura di pianoforti trasse, nel 1848, i delegati d’alcune centinaia d’operai riuniti per la fondazione di una grande associazione a chiedere in suo nome al governo una sovvenzione di 300,000 franchi. La commissione governativa diede rifiuto.
L’associazione si sciolse, ma 14 operai decisero di superare ogni ostacolo e ricostituirla coi propri mezzi. Non avevano danaro nè credito; avevano fede.
Alcuni fra loro portarono alla Società iniziata, in materiali e stromenti di lavoro, un valore di circa 2000 franchi. Ma era indispensabile un capitale di circolazione. Ciascuno degli associati contribuì, non senza fatica, 10 franchi. Alcuni operai, non aventi interesse diretto nella Società, aggiunsero a quel piccolo capitale, le loro piccole offerte.