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ufficiali, migliori che non quelle dei lavoranti sottomessi unicamente alla legge del salario predeterminato.
Il lavoro associato, il riparto dei fratti del lavoro, ossia del ricavato della vendita dei prodotti, tra i lavoranti in proporzione del lavoro compiuto e dal valore di quel lavoro: è questo il futuro sociale. In questo sta il segreto della vostra emancipazione. Foste schiavi un tempo: poi servi: poi assalariati: sarete fra non molto, purchè il vogliate, liberi produttori e fratelli nell’associazione.
Associazione libera, volontaria, ordinata, su certe basi, da voi medesimi, tra uomini che si conoscono e s’amano e si stimano l’un l’altro, non forzata, non imposta dall’autorità governativa, non ordinata senza riguardo ad affetti e vincoli individuali, tra uomini considerati non come esseri liberi e spontanei, ma come cifre e macchine produttrici.
Associazione amministrata con fratellanza repubblicana da vostri delegati e dalla quale potrete, volendo, ritrarvi: non soggiacente al dispotismo dello Stato e d’una gerarchia costituita arbitrariamente e ignara dei vostri bisogni e delle vostre attitudini.
Associazione di nuclei formati a seconda delle vostre tendenze, non come vorrebbero gli autori dei sistemi ch’io v’accennai, di tutti gli uomini appartenenti a un dato ramo d’attività industriale o agricola.
Il concentramento di tutti gl’individui addetti, nello Stato o anche in una sola città, ad un’arte in una sola società produttrice, ricondurrebbe l’antico tirannico monopolio delle Corporazioni, renderebbe i produttori arbitri dei prezzi a danno dei consumatori;