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Bisogna avviare la società verso basi più eque di rimunerazione tra il proprietario o capitalista e l’operaio.

Bisogna mutare il sistema delle tasse, tanto che non colpiscano la somma necessaria alla vita e lascino al popolano facoltà di economie produttive a poco a poco di proprietà.

E perchè ciò avvenga, bisogna sopprimere i privilegi politici concessi alla proprietà, e far sì che tutti contribuiscano all’opera legislativa.

Or tutte queste cose sono possibili e giuste. Educandovi, ordinandovi a chiederle con insistenza, poi a volerle, potreste ottenerle; mentre cercando l’abolizione della proprietà, cerchereste una impossibilità, fareste un’ingiustizia verso chi l’ha conquistata col proprio lavoro e diminuireste la produzione invece di accrescerla.

§. 3.°

L’abolizione della proprietà individuale nondimeno è il rimedio proposto da parecchi tra i sistemi di socialisti dei quali vi parlo, e segnatamente del comunismo. Altri vanno oltre; e trovando il concetto religioso, il concetto di patria falsati dagli errori religiosi, dagli uomini del privilegio e dall’egoismo delle dinastie, chiedono l’abolizione d’ogni religione, d’ogni governo, d’ogni nazionalità. È procedere di fanciulli o di barbari. Perchè in nome delle malattie generate da un’aria corrotta, non tenterebbero la soppressione d’ogni gaz respirabile?