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natura, se potessero mai riescire, ritarderebbero il Progresso, mutilando la Vita: la proprietà riapparirebbe inevitabilmente poco tempo dopo, e probabilmente sotto la forma che aveva al tempo della sua abolizione.
La proprietà è in oggi mal costituita, perchè l’origine del riparto attuale sta generalmente nella conquista, nella violenza colla quale, in tempi lontani da noi, certi popoli e certe classi invadenti s’impossessarono delle terre e dei frutti d’un lavoro non compito da essi. La proprietà è mal costituita, perchè le basi del riparto dei frutti d’un lavoro compito dal proprietario e dall’operaio, non sono fondate sopra una giusta eguaglianza proporzionata al lavoro stesso. La Proprietà è mal costituita, perchè conferendo a chi l’ha, diritti politici e legislativi che mancano all’operaio, tende ad esser monopolio di pochi e inaccessibile ai più. La proprietà è mal costituita, perchè il sistema delle tasse è mal costituito, e tende a mantenere un privilegio di ricchezza nel proprietario, aggravando le classi povere e togliendo loro ogni possibilità di risparmio. Ma se, invece di correggere vizi e modificare lentamente la costituzione della Proprietà voi voleste abolirla, sopprimereste una sorgente di ricchezza, di emulazione, d’attività, e somigliereste al selvaggio, che per cogliere il frutto troncava l’albero.
Non bisogna abolire la proprietà perchè oggi è di pochi; bisogna aprire la via perchè i molti possano acquistarla.
Bisogna richiamarla al principio che la renda legittima, facendo sì che il lavoro solo possa produrla.