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verso, per natura di dogma, al Progresso: fu una arme contro la tirannide; una parola d’emancipazione imperfetta ma indispensabile. Giovatevene ovunque siete schiavi. Ma io vi parlo d’un tempo in cui la fede religiosa avrà scritto sulle porte del tempio la parola Progresso e tutte le istituzioni ripeteranno sotto varie forme quella parola, e l’Educazione Nazionale dirà sul finire dell’insegnamento all’allievo: a te, destinato a vivere sotto un Patto comune fra noi; noi abbiam detto le basi fondamentali di quel Patto, i principii nei quali crede in oggi la tua Nazione; ma bada che il primo fra quei principii è Progresso; bada che la tua missione d’uomo e di cittadino è quella di migliorare, ove tu possa, la mente e il core dei tuoi fratelli: va, esamina, raffronta; e se scopri verità superiore a quella che noi crediamo di possedere, promulgala arditamente e avrai la benedizione della tua Patria. Allora, non prima, respingete quel grido di libertà d’insegnamento come ineguale ai vostri bisogni e funesto all’Unità della Patria; chiedete, esigete, l’impianto d’un sistema d’educazione nazionale gratuita, obbligatoria per tutti.

La Nazione deve ad ogni cittadino la trasmissione del suo programma. Ogni cittadino deve ricevere nelle scuole l’insegnamento morale — un corso di nazionalità comprendente un quadro sommario dei progressi dell’Umanità, la Storia Patria e l’esposizione popolare dei principii che reggono la legislazione del paese — e l’istruzione elementare intorno alla quale non v’è dissenso. Ogni cittadino deve imparare in esse l’eguaglianza e l’amore.