Pagina:Dopo il divorzio.djvu/60


— 54 —

come il sole! Nessuno meglio di me potrebbe affermarlo.

Brontu si mise in posa, accavalcando le gambe, rovesciandosi un po’ indietro e mostrando i denti come faceva con le donne.

— Le opinioni sono varie! — disse con voce nasale. — Mia madre, per esempio, ha sognato che lo avevano condannato alla morte.

— O no, Brontu, cosa dici! Ai lavori forzati!

— Bè, fa lo stesso. Parliamo di noi.

— Parliamo di noi, — disse Giacobbe, accavalcando anch’egli le gambe.

Parlarono e conclusero l’affare del servizio di Giacobbe, poi i due uomini uscirono assieme, e Brontu condusse il nuovo servo alla bettola. Giacchè egli non era avaro, e se qualcuno andava a trovarlo a casa non gli dava un bicchiere di vino per non irritare la madre, ma poi lo conduceva alla bettola, dove si mostrava splendido. Quella sera fece bere tanto Giacobbe e tanto egli stesso bevette, che si ubbriacarono.

Usciti poi nello stradale buio e silenzioso, dove spandevasi il profumo aspro dei campi inariditi, ripresero a parlare di Costantino, e Brontu disse crudelmente che era contento della condanna.

— Va’ al diavolo! — gridò Giacobbe. — Tu sei un uomo senza cuore.

— Ebbene, sì, sono un uomo senza cuore.

— Perchè Giovanna non ti ha voluto, tu ti contenti della morte di un tuo simile, anzi di qualche cosa peggiore della morte?

— Egli non è morto, e non è mio simile, e Gio-