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Non aveva finito di dirlo, che il suonatore diede un balzo indietro, scuotendo il piede scottato. Per un momento egli cessò di suonare; tuttavia le donne proseguirono il coro; e pareva che esse, ritte e immobili intorno a quel forno, intonassero un coro funebre intorno ad un sepolcro preistorico.

— Esci — disse ad un tratto la vocina di zia Anna-Rosa.

Dal forno uscirono i grossi piedi di Giacobbe: nello stesso momento la porta si aperse ed apparve una figura nera. Prete Elias. Avvertito del caso egli era corso alla casa della vedova, per impedire almeno che Giacobbe venisse introdotto nel forno: ansava, era rosso, con gli occhi accesi.

Vedendolo una donna strillò; altre tacquero, altre accennarono a proseguire il coro. Giacobbe finì di uscire dal forno.

— Tacete! — impose il prete, con voce ansante. — Non vi vergognate? No?

Allora esse tacquero.

— Andate, egli riprese, spalancando la porta. E tenendola aperta con una mano, assistè allo sfilare delle donne; poi, quando esse furono uscite, si accorse della presenza di Isidoro, ed i suoi occhi si fecero tristi.

— Anche voi! disse con rimprovero. — Ma possibile? Non vedete come avete conciato quel povero uomo? Ma possibile, possibile! — ripetè come fra sè. Poi si animò ancora: — Presto, andate a chiamare il medico! E voi a letto. Avanti!

Giacobbe non chiedeva di meglio; aveva la febbre