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Giacobbe andò avanti, ficcandosi fra gli uomini, che si voltavano a guardarlo. Improvvisamente un gran silenzio si fece nella folla: gli uomini si ritirarono verso le pareti; le donne sedettero per terra. E nel mezzo della chiesa, nel fiume di luce perlata che la attraversava, apparve una specie di letto di legno azzurro, vigilato da quattro angioletti rosei con le ali verdi che parevano quattro farfalle. Entro questo letto, sopra cuscini di broccato, posava distesa una piccola Madonna con gli occhi chiusi. Anelli d’oro, orecchini e collane brillavano sul suo vestito di raso bianco. Era l’Assunta.

Sul pulpito apparve il visetto bronzino e furbo del piccolo prete. Giacobbe Dejas lo guardò fisso, poi si volse di fianco, parando l’orecchio destro per sentir meglio.

— Abitanti di Orlei, fratelli e sorelle, — disse una voce infantile ma sonora, — chiamato a farvi un piccolo discorso in questo giorno solenne, io...

A Giacobbe piacque questo esordio, ma siccome ci sentiva benissimo anche senza parar l’orecchio, tornò a voltarsi e cominciò a esaminar la gente ed a parlare fra sè, pur non perdendo una parola della predica.

— Ecco là Isidoro Pane; che il diavolo gli tiri le orecchie, è vestito di nuovo anche lui. Che pensi ad ammogliarsi anch’egli? Eh, oh! Quel giovinetto rosso, là in fondo, ha riso di me, vedendomi allegro e vestito di nuovo, perchè si dice che io voglia prender moglie. Ebbene, e se la voglio prendere? Che vi importa, cani rognosi? Non la posso prendere? Ho