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scherzi ed il riso di Brontu, pensò che, dopo tutto, Giovanna era una donna ben fortunata. Ed ella intanto pensava a Costantino.

XII.

L’indomani verso le dieci cominciarono in chiesa le funzioni religiose. Cominciavano così tardi perchè s’era dovuto aspettare l’arrivo di un giovine sacerdote nuorese, amico di prete Elias, che veniva per fare, gratis, un panegirico al popolo di Orlei. Questo panegirico costituiva un grande avvenimento: quindi alle dieci la chiesetta era già gremita di folla variopinta. Già la chiesa per sè stessa vibrava dei più vivi colori: fascie d’un turchino stridente solcavano le pareti rosee; il pulpito era in legno giallo, i santi, dalle nicchie rosee, splendevano biondi e rossi come santi teutonici. Soltanto San Costantino, il santo Protettore, vestito da guerriero, aveva un viso bruno e severo; e nel paese esisteva la leggenda che quest’antica statua, alla quale si attribuivano dei miracoli, era stata scolpita da San Nicodemo.

Dalla porta spalancata su uno sfondo d’azzurro abbagliante penetrava un torrente di luce violenta che passava sulla folla inondandola di pulviscolo luminoso. In fondo l’altare restava quasi buio, nonostante un’M di ceri ardenti, le cui fiammelle immobili parevano freccie d’oro sorgenti da bastoni di legno bianco. Prete Elias celebrava la messa; ed il