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ragionamento di diverse opere e autori 81


con certi modi ornati parte d’onestá e parte dintornati di lascivia, con certi sguardi da far arder Giove e talora velocemente aprendosi alquanto il bianco e delicato seno e tosto richiudendolo e spesso scoprendo il picciol piede con alcuna parte della candida gamba piú che neve, fingendo, come sopra pensiero, rifrescarsi, accompagnando tali atti con alcun sospiro, e tanto arditamente e accortamente fece che ’l giovane mezzo timoroso, disse: — Deh, madonna, movetevi a pietá della gioventú mia, perché il tenermi qua ristretto a tanto tormento mi strugge il cuore. — Alle quali parole le ardenti fiamme d’amore che serrate si stavono nel petto d’alabastro finissimo, diedero una scintilla di fuoco nel vólto di lei, il quale, accendendosi tutto, diventò come un lucentissimo sole; e, prendendolo per la mano, la quale era di tal maniera che avrebbe liquefatto il diamante, e dopo assai ragionamenti e una stretta fede, oimè!, colse il frutto di quel piacere che strugge di desio ciascuno amante. Avenne dopo molti e molti giorni che, con gran diletto felicemente del lor amor godendo, che un nuovo accidente gli assalí: e questo fu, che un barone famigliarissimo, e quasi come fratello reputato, del marito, non gli essendo tenuto chiuso porta del palazzo, anzi, riverito e onorato, soleva spesse volte corteggiare e onorare la nobil donna; dove una mattina, essendo l’ora tarda, senza esser d’alcuno impedito, per insino nella camera, la quale per mala sorte trovò aperta, se ne andò, credendosi, sí come l’altre volte, non dare impedimento alcuno. Aveva la giovane e il bellissimo paggio, dopo i piacevolissimi solazzi, preso un grave e saporito sonno, sí come avenir suole il piú delle volte in simil casi; tal che il barone, non vedendo la donna, con insolito ardire alzò del paviglione un lembo, e, compreso il fallo della femina e la prosunzion del giovane, non si potè tenére in quel súbito, per l’affezione che portava al marito, di non gridare: — Ah, rea e malvagia femina, questi sono i modi di leale consorte? Ah, sfrenata gioventú, ch’è questo che io veggio? — e con altre infinite parole. Al qual grido destáti i due amanti e storditi dal novo caso, altro rimedio non potettero prendere che umilmente raccomandarsi non meno con