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i marmi - parte terza 77


tenebre e destrugge le nebbie) della veritá ha sempre dato lume e virtú e fatto crescere le piante divine e, con premii, dignitá, onori e con i proprii ori e argenti suoi, premiato e messo nelle grandezze i virtuosi, come apertamente e generalmente si vede per molte cittá (o antica nobiltá quanto sei illustre!) e particolarmente si comprende ne’ Baccelli fidelissimi alla madre natura. Al paragone della quale, sí degli egregi fatti generali come de’ costumi e virtú particolari, sta il discreto intelletto, il quale riduce i rari spiriti e divini ingegni sparsi in diverse parti nel seno del suo governo e reggimento con premii e onori equali al merto. Ma che spero io fare noto forse quel che le bocche e le lingue suonano con veritá per tutto, e delle piú virtuose e onorate? e le proprie qualitá, che lo hanno fatto Dio in terra, tacerá il mio debile scrivere? Questo mi sia lecito dire, che le presenti poche parole sieno date in luce per mostrar solo che anch’io, benché indegno, sotto l’ombra di sí divina pianta respiro e meco stesso nobilmente mi glorio dello aver l’autore di questa dignissima opera una onorata fama della casa mia, acciò che resti, ne’ secoli avenire, a’ suoi figliuoli si degna memoria di tanto padre che con l’opere ha illustrato il suo sangue e con la fede esaltato se stesso».

Michele. Non mi fare star piú a disagio, ché questi tuoi sogni son molto lunghi.

Francesco. Tu hai ragione: egli è ora di dormire; il restante doman da sera te gli snocciolo; oh saranno begli!

Michele. Se non son meglio di questi, me non còrrai tu, me non farai tu stare a piuolo.

Francesco. Meglio assai: sí che io t’aspetto.