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66 i marmi - parte terza


che ’l sole è grande; quanto egli sia grande te ’l dirá il matematico, il qual procede per un certo uso ed esercitazione, ma, acciò che egli proceda, gli conviene ottenere alcuni principii: ma l’arte non è in arbitrio di colui che da un’altra cerca il fondamento.

Giomo. Ci son certe cose che guastano i miei disegni.

Santi. Che son eglino quelle cose?

Pedone. Di grazia, non entriate in dispute, e non rompete il discorso, ché egli è bello.

Santi. La filosofia niente da nessuna altra arte dimanda, ma da terra inalza tutto il suo teatro; la matematica, per favellare e lasciarsi intendere, è una cosa che sta sopra, ciò è fabrica sopra gli altrui fondamenti, piglia i primi, per benificio de’ quali pervenghi a cose piú alte; se da se stessa andassi alla veritá e si potesse comprendere la natura di tutto il mondo, direi che fosse di grande utilitá alle nostre menti, le qual, trattando le cose celesti, crescono e traggono alcuna cosa dall’altro. Con una cosa sola, s’io non m’inganno, si fa perfetto l’animo e perito, per la scienzia immutabile del bene e del male, la quale solo alla filosofia si conviene; ma nessuna altra arte cerca alcuna cosa de’ beni e de’ mali: la filosofia circunda ciascuna virtú; la fortezza è disprezzatrice di tutte le cose che si temono, disprezza, provoca e spezza tutte le cose terribili le quali mettono sotto al giogo la nostra libertá. Dimmi: gli studi liberali fortificano la fortezza? La fede è bene santissimo del petto nostro; da nessuna necessitá ad ingannare è costretta, per nessun premio si corrompe; abruciami, dice ella, battimi, amazzami, mai ingannerò; ma quanto piú il dolore cercherá i secreti, ella piú profondamente gli nasconderá. Possono gli studi liberali far questi animi? La temperanza signoreggia alli piaceri e alcuni ne ha in odio e scacciali da sé, alcuni altri ne dispensa e a misura utile riduce né mai viene a quegli per essi proprio: sa che è ottima misura delle cose desiderabili, non quanto vuoi, ma quanto debbi pigliarne. La umanitá ti vieta che tu sia superbo alli tuoi compagni; viètati che tu sia avaro di parole, di cose, di affetti; ella è comune e facile a tutti, nessun male stima essere