Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/32


i marmi - parte terza 27


viddi passar tanto inanzi, l’ebbi, come dire, per mia. Ella, affaldellatola su e cavatesi le pianelle, la messe sopra d’una seggiola e acostossi in verso il letto (pensate s’io dissi questa volta «io l’ho nella scarsella»!) e a un tempo mi dice: — Nasconditi dietro al letto, tanto che io facci venir qua la fante mia a tôr queste cose e mandarla a casa. — Io l’ubidi’; ella súbito chiamatola, gli dice: . — Togli quella vesta e le mie pianelle e vattene a casa e quivi m’aspetta; e tira a te l’uscio di camera, ché io voglio un pezzo dormire; poi me ne verrò in faldiglia con la vecchia a casa. — Oh che allegrezza ebb’io quando udí’ dir cosí! Io non l’avrei data per mille ducati quella giornata; pensate che ’l mio cuore batteva come un martello: io era mezzo fuor di me. Considerate voi l’amor di cinque anni, ottener l’impossibile e vedermi la cosa in mano! Oimè che dolcezza, che felicitá e che contento! La fante, tolto il cangiante e l’altre cose, s’aviò fuori della camera e cominciò a serrar l’uscio; ma, perché l’era impaniata di quelle cose e se gli aveniva male, disse ella: — Va lá, ché io serrerò da me. — E levatasi di su la cassa del letto, s’aviò inverso l’uscio, dicendomi: — Amante dolcissimo, esci fuori. — E tutto a un tempo, in quello che io levo su, in quattro salti la raggiunse la fante e se ne uscí di casa. Ond’io restai uno stivale, una bestia insensata e uno sciocco; e con la solita allegrezza sua se ne andò. Né mai si seppe questo caso; mai piú venne dalla vecchia, mai restò di farmi la solita cera e io mai piú sopportai passione simile a quella di quel giorno. Cosí, considerando la nobiltá dell’animo suo, la virtú del suo ingegno e la generositá dell’intelletto, mi disposi a quietarmi e darmi pace.

Peregrino. Oh che gran gentildonna da bene! oh come v’uccellò ella bene! oh come facesti bene a levarvi da tappeto! e come abbián fatto bene ad arrivare a casa, ché egli è appunto l’ora del medico! So che cotesta figura non fu di marmo; se l’era di marmo, la non saltava via.

Fiorentino. Non altrimenti. Andate lá inanzi, entrate in casa.