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216 i marmi - parte quarta


Romeo. Come si cava tante cose colui del capo?

Viandante. Se séguita, penso che ne fará le centinaia. Ma che c’è egli di meglio? I mondi gli abbiamo veduti.

Pellegrino.Il seme della zucca.

Viandante. Come? Il seme della zucca? Che fine è il suo? sapetelo voi?

Pellegrino. Una parte. Ditemi: avete voi mai letto il secondo libro di Luciano Delle vere narrazioni?

Viandante. Messer sí, ch’io l’ho letto.

Pellegrino. Che dice egli di bello?

Viandante. Egli dice una certa sua stravagante navigazione e racconta quel che egli vedde, e, fra l’altre, racconta d’aver trovato, in certo suo mare, zuccacorsari, come dir fuste, brigantini, galere e altri legni da corsari di mare; e dice che sono uomini feroci, questi zuccacorsari, e che eglino hanno le navi loro grandissime fatte di zucche, e che le son lunghe piú di sessanta braccia, e che delle foglie della zucca ne fanno le vele, de’ gambi della zucca antenne, e che con il seme delle zucche ferivano bestialmente. Or vedete dove diavolo egli va a cavar l’invenzione d’una cosa! Egli ha fatto questo Seme della zucca che colpo per colpo offende; dá a questo, dá a quell’altro, e di tal sorte ch’io vi prometto che mai udí’ le piú terribil cose, le piú bestiali né le piú capricciose.

Pellegrino. Li semi di questa zucca si stamperanno tosto, adunque?

Viandante. Non ve lo so dire: di questo non ha egli ancor voglia, se giá qualche stampatore non gne ne facesse venire, con donargli qualche bei libri per fornire il suo scrittoio che egli ha cominciato, che sará un’arca di Noè, ciò è d’ogni libro n’ha un per sorte.

Pellegrino. Poca fatica.

Viandante. E molta spesa.

Pellegrino. Ha egli altro di nuovo?

Romeo. Uno libro che si ha da stampare presto presto: ecco appunto che io n’ho in seno una parte che mi è stata data perché io la mandi al Marcolini che la stampi.

Viandante. Fate ch’io gli dia un’occhiata.