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214 i marmi - parte quarta


posati e si vedevano in viso l’uno l’altro, perché era mezzo cerchio. La reina disse al re, che era in piedi, che dovesse andare a sedere dove gli piaceva piú. Quivi non v’era alcun seder vacuo: il re si parti e a un gran barone che stava a canto alla reina s’aprossimò e quivi cominciò con grandissime ragioni a mostrare che quel luogo si perveniva a lui e che dovesse andare a cercar d’altra donna. Il barone con altre bellissime ragioni lo ricusava e non voleva cedere; ultimamente, il re vinse con somma eloquenza, ed egli gli cedé con somma riverenza il luogo. Il barone, levatosi, se n’andò da un gentiluomo, il quale aveva a canto una donzella, e mostrò come quel luogo non era il suo con ottime parole, ed egli rispondendo e fortificando il dir suo, non si potevan cedere, tanto ben diceva ciascuno: la differenza fu rimessa nella reina, la quale, replicate brevemente le ragioni di ciaschedun signore, si risolvè che quello ch’aveva il luogo lo tenesse e che il barone dovesse andar a cercar la sua donna, ché quella non era dessa. Fu bell’udire il lamento che fece il barone, avendo da abandonare sí bella donna e a provedersi di nuova donna. Poi fu bellissimo a sentirlo mutar nuova invenzione e materia per voler cacciar un altro del seggio, con mostrare che non meritava quel luogo e che la bella donna che gli stava a canto aveva da esser amata da altro uomo: e lá vi furon gran parole onorate; alla fine il barone vinse, ed egli cedé il suo luogo, e andò via fuori della stanza. La donna, di questo, ne fece un piatoso lamento, e il barone la confortò da poi; onde, insieme disputando, fecero bellissimi discorsi, né mai la donna volle accettarlo per amante, ma con gran ragione mostrò che ’l suo amore era uno, né mai altro amor voleva che quello, vivendo o morendo. Levossi il barone e n’andò da un altro e lo vinse; onde il vinto gli chiese in dono la perdita, ed egli gne ne fece un dono: la donna lo ringraziò con tal parole che io stupiva e stava attonito, pensando come fosse possibile che all’improviso uscisse di bocca a tutti tanta eloquenza.

Pellegrino. Certo che cotesto è un bellissimo gioco; ma egli doveva esser composto e ciascuno doveva sapere le sue risposte a mente.