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DICHIARAZIONE DELLE NUOVE INVENZIONI

nella II parte scritte a faccie 223-229 del volume I.

Neri Paganelli, Michel Panichi e Giorgio calzolaio.

Tutto quello che è scritto è scritto a nostra dottrina; e il buono intelletto dell’uomo continuamente illustra le cose scure e fa lume nelle tenebre, con la sapienza de’ santi scrittori antichi, al nostro vivere moderno

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Giorgio. Che cosa ha detto il vostro reverendo delle nuove lettere che voi gli avete mostrato? songli elleno parute bugie, veritá o trovati che non abbino né della una cosa né dell’altra? Ma, se fia uomo d’intelletto, come voi dite, egli v’avrá trovata qualche bella sposizione, perché le tengano un certo che del buono.

Michele. Il padre non le debbe aver vedute.

Giorgio. Come no? Anzi gli son parute una bella cosa e v’ha fatto sopra una bella allegoria.

Neri. Ditecene una parte, o tutta, se la non è troppo lunga la materia.

Giorgio. Volentieri, e piaceravvi. Egli ha detto che la montagna scura, che si cava del continuo da noi, è il mondo, al centro del quale, che è il punto della morte, noi arriviamo a quella porta inaspettatamente, però che non sappiamo in questa misera vita il giorno o l’ora determinata. La porta è di pietra come rubino, che significa il sangue del Signore, che ci aperse con la sua morte il paradiso; però dice piú splendente e piú preziosa, perché la comparazione che si fa da quella celeste pietra di Cristo a questa terrena, non v’è proporzione, sí come non è termine dal finito all’infinito. Dice poi che quelle porte