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192 i marmi - parte quarta


Ignorante. Io intendo dove voi volete colpire; pur dite, via.

Dottore. A ciò che la vita tua sii piú sicura, io ti vo’ dir brevemente quello che tu debbi osservare; però ti prego che sí attentamente mi dia orecchio a questi ammaestramenti come proprio io ti volesse insegnare, essendo amalato, a farti libero dalla infirmitá e sanarti senza dubitazione, ma fussi certo, fatto quel rimedio, súbito guarire. Considera primamente qual siano quelle cose che infuocano un uomo all’accenderlo contro all’altro: se tu ben le riguardi, le sono molte, ma ridotte in pochi capi: verbigrazia, invidia, speranza, odio, paura e dispregio. Di tutti questi il timore è tanto leggieri che molti si son vivuti in esso per cagion di rimedio; il quale se alcuno lo disprezza e se lo mette sotto i piedi, senza alcun dubio passa oltre: nessuno pertinacemente né con diligenza nuoce a colui che è dispregiato; ancóra nella battaglia nessun combatte con colui che ghiace, ma con colui che sta in piedi e con l’arme in mano. Tu fuggirai la speranza degli iniqui, se tu non avrai alcuna cosa la qual possi accendere l’altrui cupiditá, se nessuna cosa di grande stima possederai, perché son desiderate ancóra che siano poche conosciute; e cosí tu fuggirai l’invidia, se gli tuoi beni non metterai dinanzi agli occhi degli uomini e se non ti vanterai di essi e ti saperai godertegli nel tuo seno. Ma tu fuggirai l’odio che vien dalla offesa in questo modo, non facendo ingiuria a persona né gratificandoti ad alcuno; dal quale odio ti difenderá il senso comune, perché questo è stato pericoloso a molti. Alcuni hanno avuto l’odio e non nimico. E acciò che tu non sia temuto, ti gioverá la mediocritá della fortuna, la umiltá dello ingegno. Quando gli uomini sapranno che tu sia tale che senza pericolo ti possino offendere, la tua riconciliazione fa che la sia facile e certa; ma lo esser temuto, cosí in casa come fuor di casa, è molesto, cosí da’ servi come da’ liberi: ogni uno ha forza assai per nuocere. Aggiungi ora a questo che colui che è temuto teme; nessuno mai è possuto esser terribile sicuramente. Resta per ora a dirti del dispregio; la misura del quale ha in sua potestá colui che a se stesso lo aggiunge, colui che si lascia dispregiare perché vuole, non