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il tempo 173


non è quel Tempo che dá del fieno all’oche? Però ci debbe esser un altro che si chiama il Tempo che dá del fieno all’oche.

Tempo. Io sono una certa figura che piglio non tutti i colori come il camaleonte, no, ma piglio tutte le forme; e però solo non posso far cosa nessuna: la mia donna e io facciamo molte faccende insieme.

Impaziente. Come ha ella nome?

Tempo. L’Occasione, al comando della signoria vostra. Ora, come io vi dico, mi trasformo in tutti i personaggi: talvolta son cozzone di cavalli, però si dice per lettera: «Tempore læta pati fr@Accolturatona docentur equi»; id est, «con il tempo e con il morso si domano i cavalli»; ecco che senza il morso non farei nulla di buono. Ancóra gli orologii son fatti da me con diverse materie, ferro, oro, argento, ottone, rame, eccetera.

Vendicativo. Il tempo e la vita nostra non è tutto uno? Perché si dice, del corso della vita nostra: «io ho tanto tempo; io n’ho quanto? cinque anni, vénti», eccetera; e: «chi ha tempo ha vita».

Tempo. Messer no, perché ‛tempo’ è sempre il verbo principale, ma, come io v’ho detto, va accompagnato; però si dice: «s’io ho tempo e vita, farò e dirò; se mai in mia vita verrá quel tempo, so che io voglio e fare e dire». Se la vita e il tempo fosse una medesima minestra, si direbbe: «s’io ho vita» solamente o «s’io ho tempo» e basterebbe; anzi si dice: «s’io ho vita, e’ verrá tempo un giorno da fare e da dire». E perché voi sappiate quello che mai avete saputo, quando feci gli oriuoli agli elementi, io mi feci far una scritta di lor mano, che mai potessin far cosa nessuna senza me e, ciò che facessero o dicessero da indi in poi, sempre mi chiamassero e a tutto dovessi io esser presente. Ma inanzi che io palesasse questa scrittura, io me n’andai da Giove, perché io son suo figliuolo (ma, a dirlo a voi, io son nato di legittimo adulterio) e mi feci fare un presente di tutte le cose che producessero gli elementi, quando io vi fossi presente. Onde Giove non pensò alla malizia, ché non l’avrebbe fatto, anzi discorse da sé con dire: — A che si può egli mai trovar costui presente? Egli non è giá altri che