Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/177

172 i marmi - parte quarta


l’elemento della terra vidde il mio ingegno, mi pregò che io ne dovesse far uno; alla qual domanda io ricusai un pezzo. L’aria, che desiderava anch’ella reggersi a ore e punti e minuti, si fece inanzi e mi pregò a farne uno ancor per lei; tanto che io fui forzato a farne uno che servisse all’aria e alla terra. Onde, per far questa cosa, bisognò che io rivelassi un gran secreto de’ cieli, di donde io sono uscito, dove io son nato, cresciuto e allevato: e questo fu il metter girelle in opera; che mai giri, tondi e girelle erano state vedute qua giú fra voi, se non il tondo del sole, il tondo della luna e l’arco baleno. Volete voi altro? che, súbito che io ebbi dato in queste girelle e fatto l’oriuolo, che tutti gli uomini vi detton di graffo (oh che bellezza di girelle v’era egli dentro!); e parendo loro una cosa bella e rara, in effetto sí come ella è, se le portarono a casa e si messero a torno a queste girelle e ne cominciarono a far porre per comune; particolarmente poi per tutte le case facevano oriuoli; e mano a girelle; e queste girelle non servivano ad altro che a dispensare il giorno e la notte. La terra fu contenta che si mettessero a sacco le girelle e che ciascuno ne pigliasse quanto egli voleva; ma l’aere s’adirò e voleva che l’oriuolo fusse mezzo suo. La lite di questo caso fu rimessa in Giove in quel tempo che faceva la girella del zodiaco; onde egli, quando ebbe udite le parti, diede per sentenza che tutti gli orologii fussero messi in aere, ne’ piú alti luoghi che si potesse (e cosí s’usa insino a oggi) e che tutte le girelle che avanzavano (che furon senza numero e senza fine) gli uomini se le ficcassero nel corpo e quivi le tenessero riposte e secondo l’occasioni le mettessin fuori, piú e meno secondo che faceva lor bisogno. La terra, per dispetto che sempre stessino in aere, andò e ne fece far di polvere e de’ piccoli da portar nascosti, i quali poche volte si mostrano all’aria.

Vendicativo. Come ti chiami tu?

Tempo. Io mi chiamo il Tempo.

Vendicativo. Quale? il buono o il cattivo? Se’ tu quello che fai maturar le nespole con la paglia o, come si dice, «e’ non è tempo da dar fieno a oche», quasi volendo dire, costui