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138 i marmi - parte terza


Spedato. Perché queste son fatte all’antica: qual vuoi tu che io ti legga prima, l’antica loro o la moderna mia?

Viandante. Qual vi piace: pure, fia meglio udire prima l’antica.

La vita d’Analdo Daniello.

Spedato.«Arnaldo Daniello si fu di quella contrada donde fu Arnaldo di Marveill, del vescovado di Peiregors, d’un castello che ha nome Ribairac; e fu gentiluomo e apparò ben lettere e fecesi giocolari e prese una maniera di trovare in care rime; il perché sue canzoni non sono leggiere ad intendere né ad apprendere. E amò una alta donna di Guascogna, moglie di Gulielmo di Bouvila; ma non fu creduto che la donna mai gli facesse piacere in dritto d’amore: lá onde egli disse: ‛Io sono Arnaldo che amasso l’aura, e caccio la lepre col bue e nuoto contra vento tempestoso’. E qui sono delle sue canzoni sí come voi udirete».

Viandante. Volete voi altro? che le mi piacciono in cotesta semplicitá e non le vorrei altrimenti; pure, avrò caro d’udir la vostra composizione.

Spedato. Egli è forza che io la cavi da questo poco e non posso dirvi altro.

Viandante. Dite, via, basta veder quel che voi fate da moderno a paragone dell’antico, come dir tradotta, sfioreggiata, ampliata, distesa; o una parafrasi, n’è vero?

Spedato. Tu me la tiri troppo alta la cosa: ascolta quello che ella è; tu la sentirai e poi mi dirai il tuo giudizio, s’io la debbo far cosí. «E’ non è dubbio che i cieli in ogni etá hanno sempre prodotti ingegni mirabili e per tutte le parti del mondo del continuo ne nasce, ora in una cosa e ora in un’altra, eccellentissimi. Questo aviene perché gli ordini celesti del continuo operano. Noi sapiamo che la mente angelica ha, dall’onnipotente e massimo fattore, l’essere, il vivere e l’intendere; cosí l’anima razionale, che da essa mente è prodotta, ha lo intendere, il muovere e ’l fingere. Per che l’anima razionale intende sé e