Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/14


i marmi - parte terza 9


ACADEMICI FIORENTINI E PEREGRINI

La Ventura o la Fortuna o la Sorte fa occupare il luogo talvolta a tale, mettendolo inanzi, che non lo merita, e chi è degno d’onore bene spesso si rimane da parte e adietro.


Peregrino e Fiorentino e una Figura di Donatello.

Peregrino. Voi m’avete a mostrare tutte le cose rare e degne di questa cittá e principalmente le statue di marmo della sagrestia di San Lorenzo, del palazzo de’ Medici, d’Orto San Michele, della Piazza’ e particularmente se in casa nessuna ce ne sono.

Fiorentino. Io non so l’animo degli altri, ma universalmente a me piaccion tutte le figure di Michel Agnolo e di Donatello alcune.

Peregrino. Fu grand’uomo nell’arte Donatello; però mostratemi qualche cosa di suo per la prima, per essere il piú antico de’ vostri scultori.

Fiorentino. Eccoci qua appunto da Orsanmichele: guardate questo san Giorgio.

Peregrino. Oh bello! oh che bella figura! oh l’è mirabile! ell’è delle belle cose che io vedessi mai!

Fiorentino. La favellò una volta questa statua.

Peregrino. Come? parlò? che era forse qualche idolo inanzi?

Fiorentino. Messer no: il caso fu d’una certa sorte, che egli ve lo dirá di nuovo e lo potrete dire ancor voi cosí veramente e affermare come me; ma bisogna che voi gli domandiate la cagione per che egli favellò.

Peregrino. Dimandategnene pur voi per me, ch’io non voglio che voi vi ridiate del fatto mio.