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124 i marmi - parte terza


con una elegante prosa sono ridutte in sentenzia: sí come quelle sentenzie catoniane: «Compra non quello che ti bisogna, ma quello che ti è necessario; Quello che non ti bisogna è ancóra caro per una minima moneta»; sí come son quelle che per divino oracolo son risposte, o simili a queste: «Rispiarma il tempo; Conosci te stesso». Dimmi: dimanderai tu la ragione, se alcuno ti dirá questi versi?

Delle ingiurie il rimedio è lo scordarsi;
     Aiuta la fortuna l’uomo ardito;
     Resiste il pigro spesso a se medesmo.

Queste, o simil cose, non richieggono avocato, perché toccano le proprie passioni, ed esercitando la natura la sua forza, giovano. Gli animi portano li principii di tutte le cose oneste; quelle cose che per l’amonizione si destano, non altrimenti che una favilla di fuoco, aiutata dal vento, dimostran il suo splendore: la virtú, quando è tocca, si dirizza o è sospinta. Sono, oltre a questo, certe cose nell’animo, ma poco pronte, le quali cominciano a esser in espedizione quando che le son dette, alcune altre ghiacciono sparse in diversi luoghi, le quali la non esercitata mente non può ridurre insieme.

Simone. Io ne disgrazio un de’ nostri lettori dello studio: oh, voi sapete sí belle cose?

Agnolo. Adagio: adunque, si debbono ridurre insieme e giungere, acciò che siano piú forte e inalzino piú l’animo; o vero, se i precetti non aiutano ad alcuna cosa, ogni dottrina si debbe rimuovere. — Dobbiamo esser contenti di essa natura. — Coloro che dicano questo non veggano che altro è l’ingegno dell’uomo desto e aveduto, altro quello dell’uomo tardo e pigro.

Cecco. Veramente che uno è piú ingegnoso che un altro.

Agnolo. La forza dell’ingegno si nutrica e cresce per i precetti e alle naturali aggiunge nuove persuasioni e quelle che sono state guaste emenda. «Se alcuno — dice egli — non ha diritti, per dir cosí, decreti, a che gli gioveranno le amonizioni, essendo alli vizii ubligato?» A questo certamente, acciò che si liberi; imperò che la natural bontá non è spenta in lui,