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discorsi utili all'uomo 121


la matrigna? Non possian noi abbracciar tutte le spezie, ma tutte richiedono da per sé le sue proprietá: non di meno le leggi di filosofia son brevi e comprendono ogni cosa.

Simone. Questa è una gran vena di dire; voi mi parete un filosofo moralissimo.

Agnolo. Aggiungi ora a questo che li precetti dell’uomo savio debbono esser finiti e certi; se alcuni non se ne posson finire, sono fuora della sapienzia. La sapienzia cognosce li termini delle cose: adonque questa parte precettiva si deve rimuovere, perché quello che promette a pochi non può dare a tutti; ma la sapienzia li contien tutti. Fra la publica pazzia e questa la qual si tratta da’ medici non è alcuna differenzia, salvo che questa è molestata dalla infermitá, quella dalle false opinioni, una ha prese le cagioni del furore dalla infermitá, l’altra è infermitá di animo. Se alcuno dará precetti ad un uomo pazzo come debba egli parlare, come caminare, come andare in publico, come in privato, sará piú pazzo che colui il quale ammonisce; perché si deve curare la collera negra e rimuovere la cagione della pazzia. Questo medesimo si deve fare in quest’altra pazzia dell’animo: essa si deve scuotere; altramente, saranno buttate invano le parole delli maestri che amoniscono. Queste cose sono state dette da Aristone, al quale risponderemo particolarmente in tutte. Prima, contra quello che lui dice: «Se alcuna cosa si oppone all’occhio e impedisce la vista, si deve rimuovere». Confesso che costui non ha bisogno de’ precetti per vedere, ma di rimedio, per il qual si purghi la vista e fugga quella cosa che li ritarda la vista, imperò che vediamo naturalmente che ad una cosa si rende il suo uso, quando gli si rimuoveno li impedimenti che li resistevano; ma la natura non ci insegna quello che si debbia fare circa ciascuno officio; oltre di questo, colui che è curato della infirmitá degli occhi, súbito che ha ricevuto il vedere, non può renderlo ad altri: la malizia è liberata. Non bisogna confortar l’occhio né certamente consegliarlo per intendere la proprietá de’ colori; imperò che, senza che alcuno l’amonisca, discernerá il bianco dal negro: per contrario, l’animo ha bisogno di molti precetti, per vedere