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i marmi - parte terza 5


Annibale — veder prima le furie de’ cavalli e i pochi talvolta vincere i molti, chi vuol saper che cosa è guerra. Piú tosto avrei voluto che egli avesse atteso a mostrar quanta salute nasce della pace, che era sua professione, e non dichiarare le cose della guerra, che non è suo mestiero. Nei campi di Africa si studian meglio tal cose, meglio assai, dico, che nelli scrittoi di Grecia. Io, che sono stato tanti e tanti anni in aspre, fiere e terribil battaglie, cosí in Ispagna come in Italia, volendo la tua corona che io ne parlassi, a pena mi basterebbe l’animo di ragionarne, perché noi principi cominciamo la battaglia con un disegno che ’l fine del colorirla non ha da fare nulla con il nostro dintornarla. —

Noi adunque, illustrissimo ed eccellentissimo principe, avevamo pensato di mandarvi un libro a presentare che trattasse di guerra; ma, accorgendoci dell’errore, ci siamo ritenuti, per non esser posti nel numero di questo filosofo da un signor don Ferrante Gongaza: poi pensammo di trattare della nobiltá della casa illustre di Gonzaga; e abbián veduto che l’è tanto chiara che il nostro sapere non gli può accrescer nulla né alla persona vostra aggiungere piú onore che quello che con la propria virtú ella s’acquista. Ci siamo risoluti adunque, con alcuni fiori del nostro ingegno, variati, riverentemente fargli onore e non dir altro se non che tutta questa academia Peregrina se gli inchina per suo merito; e, offerendosi ciascun particolarmente umilmente ce gli raccomandiamo.

Dell’Academia di Vinegia, alli vi di novembre mdlii.

Divotissimo servitore

di vostra illustrissima ed eccellentissima persona
il presidente dell’academia peregrina
e academici.