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ragionamento di diverse etá del mondo 277


signor marchese a Cerisola o nel signor Pietro nel passare in Piemonte, avrei fatto e detto1. — Ciascuno ha bel dire: sotto il tetto, dopo desinare e dopo cena, ci si frappa assai. Si che, messer Enea, voi l’avete presa per il verso e mi piacete in cotesta opinione.

Enea. Fu un bravo abattimento quel del Puccini: e fu gran cosa certo (io mi ci trovai), che ’l Puccino ficcasse lo stocco ne’ buchi della visiera del nimico e rincartasse sotto il ciglio; tant’è, egli l’amazzò.

Pollo. Fu un bestial colpo, a tagliar tanto della visiera che lo stocco passassi dentro a morte: una gagliarda stoccata!

Vico. Non fu ella ancóra una gran sorte a investire in luogo sí difficile? Messer Enea, voi che siate stato in tanti campi...

Pollo. Di che sorte?

Vico... avete voi dipoi mai sognato d’essere stato in qualche abattimento, alle mani con persona alcuna, che voi abbiate avutone gran batticuore dormendo?

Enea. A dirvi il vero, io sognai una volta d’esser luogotenente del re Ruberto re di Sicilia.

Vico. Or cosí date nell’antico! Voi dovevi star bene armato, n’è vero?

Enea. Basta che io pareva un uomo di ferro ancóra io.

Vico. Che pruove furon le vostre?

Enea. Io ve ne vo’ dir dal capo alla coda: prima, perché io non sapeva fare né battaglioni né fare mettere in assetto scaramuccie, io andai e mi feci insegnare in casa, in una gran sala, forse un mese; ogni dí, ogni di mi pareva che io m’esercitasse.

Vico. Fu un lungo sogno il vostro.

Enea. Poi, quando io fui alla campagna, a dirvi il vero, la non mi riuscí, anzi mi persi, perché da quaranta fanti a otto o dodici mila nulla est proportio.

  1. Il re Francesco primo di Francia, prigione a Pavia il 1525; Alfonso secondo d’Avalos, marchese del Vasto e poi di Pescara, capitano imperiale, battuto il 1544 a Ceresole d’Alba; Pietro Strozzi, capitano della parte francese, sgominato dagl’imperiali su la Scrivia, poco dopo la battaglia di Ceresole [Ed.].