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ragionamenti arguti 235


Soldo. Fu mal detto, oimè!, e mal fatto; oh che cosa bestiale è stata cotesta! Io avrei tratto via la pazienza e mi sarei mezzo disperato. Come andò il resto?

Matteo. Rispose Narsete: — Le vostre parole, serenissima imperatrice, non come parole di donna le piglio, ma come imperatrice; però quella mi comanda da imperatrice e io come servo ubidirò, non a quella parte che è di donna, ma a quel tutto che è d’imperatrice: io, quanto son piú uomo che donna tanto maggior tela debbo tessere, e come capitano uomo tesserò e non come donna ed eunuco; la qual tela fia difficile a stessere tanto piú quanto io piú tengo dell’uomo che della donna. — E s’allontanò da lei e partissi e andossene a Napoli, cittá di Campagna; e mandò imbascidori súbito nel regno di Pannonia, dove i longobardi avevano il lor seggio reale, e mostrò con lettere e con ragioni stupende e vere quanto il reame d’Italia fosse migliore che il loro; e dovessino lasciar la terra loro, inculta, aspra, fredda e strana e venire ad abitare in Italia, la quale era terra piana, fertile, temperata d’aiere e molto ricca; e mandò loro di tutte le cose buone d’Italia, acciò che vedessino e gustassino quanto è piú mirabile il lor terreno, cavalli addestrati in eccellenza, arme ben fatte, riccamente e ben temprate, frutti molto suavi, metalli finissimi, specie e unguenti e odori stupendi e robe di seta e d’oro maravigliose. Arrivaron gli imbasciadori a Pannonia, ora Ungheria, e furon ricevuti cortesemente: e veduta tanta mirabil parte del mondo con gli effetti, determinaronsi i longobardi di venire all’abitazion d’Italia e conquistarla con le loro feroci forze; ed essendo amici de’ romani gli lasciaron da parte con poco rispetto e si deliberaron di prender Roma.

Soldo. Dice bene il vero: l’util proprio universale scaccia ogni particulare amicizia.

Matteo. Determinatisi i longobardi di passare in Italia, fu veduto per le nostre aiere visibilmente per tutto molti eserciti di fuoco e con aspre battaglie affrontarsi l’un l’altro; onde si spaventarono tutti i popoli e conobbero d’avere a essere in breve tempo destrutti e rovinati.