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212 i marmi - parte seconda


a una chinea dell’amante il simile, e con danari corroppe il famiglio a far questo. Il giorno sequente, con una compagnia mirabile, egli e la donna montarono a cavallo, passato il mezzo giorno, lá sul tardi; e, andati a trovar l’amante, con questa salmeria, lo fecero montare in sella e gli fu data la chinea; e questa e quella mula eran giá due giorni che non bevevano. Cosí si diedero ad andare a spasso alla campagna: onde, quando furono arrivati in luogo dove il fiume si pareggiava con le ripe, la buona mula fu la prima a pigliar la traina, quando vedde l’acqua, e quanto poteva se n’andava alla volta delle onde; la chinea, che sempre accompagnava la mula, perché il patrone stava appiccato sempre alla femina malvagia, anco ella nettava il paese; e perché la donna non poteva tirar sí forte il morso che aveva preso la mula con i denti, la si lasciava portare per forza; egli che si sarebbe rattenuto, non voleva, per non abandonar lei. La brigata, che vedeva questa gara di traina, inverso l’acqua, rideva tutta, con dire: — E’ fanno a correre il palio con le mule e con le chinee. — Volete voi altro? che la viziosa, ostinata e assetata mula entrò nell’acqua per bere, e, non si tosto vi fu dentro che la profondò. La donna, spaurita, non potendo per la furia né saltare né smontare né gettarsi a scavezzacollo, come colei che mai avrebbe creduto che la mula fosse si scorsa, se n’andò nell’acqua a gambe levate; e l’amante, che non sapeva quanto fosse la sète della sua chinea, la spinse per dargli di piglio o aiutarla il piú che poteva; ma la bestia, in cambio d’alzar la testa quando sí senti un poco di redine (perché non si poteva aiutar la donna e maneggiare il cavallo), abassò il ceffo e si diede a bere. In questo la ripa era fallace, onde la se n’andò giú: il giovane, che sapeva notare, si pose a far le sue forze, ma indarno; perché, passato piú inanzi che non doveva, tratto dall’amore, dalla pazzia, dalla forza della gioventú e altre bestialitá di cervello, tardi accorgendosi, s’inzupparono d’acqua i vestimenti e s’empierono gli stivali, onde fu dalle onde rapacissime annegato. Questa compagnia, stupiti e maravigliati rimaser tutti della nuova disgrazia; e il marito di lei si messe a far quei lamenti, quelle pazzie e quei pianti, come