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ragionamento della stampa 207


sempre si trovasse qualche oncino d’attaccarsi in pro e contra. Alla fine egli vi fu uno che disse:

Tennemi Amore anni vent’uno ardendo.

E un altro rispose: — Queste son cose impossibili, star tanto tempo ad abacarsi il cervello e non attigner nulla delle dolcitudini amorose. — Al quale mi voltai io con un mal piglio e gli dissi: — Io conosco una donna che stette venticinque, che sempre volle bene a uno, e lui a lei, e mai mai si copularono in leggittimo adulterio. — Qui si levaron le risa e mi pregaron che io bociasse costei sí continente che ciascuno di loro la voleva mettere sopra le Lucrezie e le Diane: io, che l’aveva come in confessione la cosa, non manifestai mai nulla; loro non lo volevan credere e io l’affermava. Il Guidetti disse: — A Dio, Zinzera, tu dovesti esser tu, n’è vero, questa continente? — Io giurava e spergiurava di no; ma non ci fu ordine che dicessin mai altrimenti che: — Tu dovesti esser, Zinzera. — Non lo crediate — quando fu’ stracca a dir no, diss’io — che fossi stato sí sciocca a perder tanto tempo senza sugo e senza cavarne una gocciola di piacere. — Allor tutti a una boce mi dettero vinta la partita, con dire: — La non fu lei! la non fu lei! — e si rise un altro poco, poi ci demmo alla musica.

Verdelotto. Zinzera, tu mi riesci ogni dí piú: oh tu sei sí capace per tutti i versi! tu sai di Petrarca, sai dir novelle; tu debbi essere stata sotto molti maestri, sí m’affinisci per le mani. Questa volta tu m’hai acchiappato; non credetti che tu pescassi cosí profondamente.

Zinzera. Voi altri franciosi non volete di questi diletti, ma cantare e banchettare ordinariamente. Certi stravaganti di lingua nostra toscana non sono ancor cattivi, per saper cantar solamente: la cosa non butta; bisogna saper d’ogni cosa un poco. Vedete, ora che voi siate avezzo con esso noi, come voi vi siate adestrato a tutte l’usanze nostre? insin del vestire? Voi portavi giá quei farsetti con le maniche a brodoni larghe e quei pettini dinanzi; ora voi vestite attillato e non