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ragionamento della stampa 195


degni: le guerre velarono alquanto sí bell’ordine e la morte disturbò il virtuoso ridotto per alcun tempo. Oggi, adunque, di quel ceppo ne son discesi sei altri, i quali, unitisi insieme, acciò che il frutto divenga maggiore, hanno fatto un luogo speziale per un’academia e fatto sopra le lor possessioni lasciti per mantenimento di sí mirabil ordine.

Fiorentini. Bene abbino eglino, poi che con il proprio loro hanno fondato sí degna opera.

Peregrini. A lor sei cittadini v’hanno unito sei altri gentiluomini viniziani e fatto corpo nobilissimo; e tutti a dodici insieme eletto ventiquattro virtuosi, due per uomo, e messi in questa academia, nella quale si legge, si disputa, si ragiona e si fa stampare, onorando tutti i signori onorati, principi illustri e persone degne d’onore. Non hanno voluto che mai si dien fuori lor capitoli o ordini né si sappi per alcuno altro che fra loro, che sono numero trentasei, chi è di questa academia, salvo che due secretari, che sono persone conosciute; e a questi si fa capo, e loro uniscano l’academia, la quale il piú delle volte s’aduna fuori della cittá per poter gustare con piú quiete i virtuosi ragionamenti: non curano applauso di brigate o gran numero d’uomini che gli lodino, anzi fuggono la lode e cercano d’attendere a tutte le virtú.

Fiorentini. Ottima elezione hanno fatta: veramente e’ son d’ingegno elevato a ritrarsi dal vulgo, che offende, lacera, biasima, e non si può far cosa, per perfetta che la sia, che da ciascuno la non sia beffata in qualche conto.

Peregrini. Di quei sei fondatori se n’elegge ogni sei mesi uno, che si chiama presidente, e dai cinque altri riceve, come egli entra nell’offizio, un tazzone d’argento con l’arme in mezzo della cittá e il segno dell’academia. Egli, come esce, dona alquanti libri alla libraria che s’è fatta nell’academia; onde in pochi anni vi saranno infiniti e bellissimi libri. In quella stanza, fatta per tal congregazione, son l’insegne di ciascuno principe e signore che è per lettere fatto amico e familiare dell’academia; in tutti i libri a stampa se ne fa memoria, e sempre si onora. Quando si legge i poeti latini o vulgari, gli academici