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RAGIONAMENTO DELLA STAMPA

FATTO AI MARMI DI FIORENZA.

Alberto Lollio, Francesco Coccio
e Paol Crivello.

Crivello. Noi siamo veramente d’infinito obligo tenuti, messer Francesco, con quel felice ingegno che primo ritrovò la bellissima invenzione delle stampe da imprimer libri; e certo grandissimo benefizio fece l’industria sua agli uomini dotti del nostro tempo.

Coccio. Chi credesse altramente sarebbe, a mio giudizio, tenuto piú tosto maligno che ignorante; perché io non reputo uomo chi non conosce tanta grazia, e chi non la riconosce è anzi ingrato che no. Ma chi volesse anco confessare il vero, non sarebbe però peccato in Spirito santo se si dicesse che molti begli ingegni n’hanno per ciò riportato di grandissimo danno; tanto che, chi ben misurasse l’uno e l’altro, la bilancia starebbe pari.

Lollio. Io non so, Coccio, se voi vi crediate questo per vero o se pur lo diciate per modo di contradire e per avere materia da ragionare; né posso credere, per la buona opinione che non pure io, ma ogni uomo di giudizio ha del giudizio vostro, che vi dia il cuore di sostenere sí strano paradosso, quanto sarebbe provarmi che la stampa avesse fatto danno a uomini virtuosi. E certo che non mi sará discaro udire come vi fondiate a cosí credere; ché non son però tanto ostinato che io non ascoltassi ragioni o vere o simili al vero e non credessi cosa che mi fosse sofficientemente provata e difesa.