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ragionamento settimo 127


Niccolò. Padre Stradino, ogni uno spulezza: leggete la vostra sestina e poi ritirianci ancóra noi.

Stradino. Togliete, leggetela, e poi ce n’andremo e per la via mi direte il parer vostro.

1.
Dapoi che io venni in questa alpestra valle
contraria in tutto alla beata luce,
fuggo la gente e ’n solitaria vita
mi vivo il piú che io posso in questa morte,
che sembra un sospir breve, un vento, un’ombra,
di pietra un monte e di sterpi una piaggia.
2.
Non è fèra sí cruda in bosco o piaggia
che tollerasse il mal di questa valle,
sí come sopporto io al sole, all’ombra,
privo d’ogni piacer, privo di luce,
bersaglio di fortuna e della morte,
che mi tormenta l’anima e la vita.
3.
Oh che fuoco port’io nella mia vita!
Fuoco ch’accenderia gelata piaggia,
a ogni tronco verde daria morte
e seccherebbe paludosa valle
senza accender favilla di suo luce.
O viver infelice, infelice ombra!
4.
Cosí privo di ben mi seggo all’ombra,
sprezzando i giorni e gli anni in questa vita,
senza speranza mai d’averci luce,
sia in monte, in prato, riva, fiume o piaggia;
e grido ovunque io sia in questa valle
con Ecco che risponde sempre: — Morte. —