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122 i marmi - parte prima


de’ romanci e il sonetto; altro tempo mi piacque la canzone e i capitoli.

Stradino. E le sestine come ti vanno per fantasia?

Nuto. Sestine in lá: le vogliano arte, invenzione e bravi versi; onde, come uno scapuccia in due languidi, tutta la sestina va in un viluppo.

Stradino. Tu me la fai cosí difficile che tu mi fai cascar l’alie: io n’aveva una e pensavo di leggerla; ma, come tu mi hai detto di languidi versi, io credo che, essendo io fiacco, stracco e accasciato quasi tanto che io mi ripiego, che i versi gli sieno alla porta con i sassi a’ casi mia.

Niccolò. Chi sa? forse che la vostra vena è d’oro: naturalmente gli attempati sogliono colpire piú saldo.

Stradino. Cotesto è un latin falso e manca il verbo principale: in una cosa vi sono gli anni, e nell’altra l’ignoranza: pur sia come la si voglia, lègger la voglio. Togliete, messer Niccolò, voi che leggete senza occhiali.

1.
     Chi da fortuna ria in fragil legno
d’intorno è combattuto in mezzo all’onde,
mal puote alzar la travagliata vela,
essendo in periglioso ed aspro fine,
o l’áncora fermar per alcun tempo,
il qual si cangia spesso e muta stato.
2.
     Alla mia pace ogn’or ed al mio stato
sorge crudel tempesta, e ’l picciol legno
si perde infra le nebbie e scuro tempo
né contrastar non può né solcar l’onde.
O miseria del mondo, o tristo fine,
che il mio pensier travaglia e questa vela!
3
     E bench’io aspetti all’affannata vela
prospero vento al mio doglioso stato,
veggio la vita in periglioso fine,