zone, io sono forestiere e da pochi giorni soltanto venato ad abitare in questo paese al servizio di un ricco forese per i lavori della campagna. Nella casa qua dirimpetto stanno di abitazione il curato ed il segrestano, e tutti e due forse, od almeno qualcuno di loro, saprà dar conto alle signorie vostre di questa signora principessa, perchè tengono la lista di tutti quanti gli abitanti del Toboso: per altro scommetterei che in tutto il paese non abita una sola principessa; ma bensì parecchie dame di alto grado, ciascuna delle quali può dirsi principessa in casa sua. — Appunto una di queste, disse don Chisciotte, debb’essere, o amico, quella di cui ricerco. — Che così sia, replicò il contadino, ma io vi saluto chè l’alba è già vicina„. Diede degli sproni alle sue mule, e non volle sentire altre dimande. Vedendo Sancio il suo padrone starne sospeso e assai malcontento, gli disse: — Signore, si avanza il giorno a gran passi, e non sarà ben fatto che il sole ci colga qui per le strade; sarebbe meglio uscire di questa città, e che vossignoria s’internasse in qualche bosco vicino, chè intanto ritornerò io qua di bel giorno, e fiuterò allora per ogni angolo sino a tanto che mi venga fatto di trovare la casa o torre o palazzo della mia padrona. Sarei ben disgraziato se non mi riuscisse di trovarla, ma trovandola parlerò con sua signoria, e le farò sapere per minuto che la signoria vostra se ne sta aspettando i comandi per vederla senza pregiudizio del suo onore e della sua riputazione. — Hai proferite, o Sancio, disse don Chisciotte, mille sentenze nel giro di poche parole; lodo il consiglio che ora mi hai dato, e lo abbraccio. Seguimi, figliuol mio, e andiamo a cercare dove inselvarci, che tu ritornerai poi come dici, a investigare della mia signora, ed a parlare con lei dalla cui gen-