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66 | don chisciotte |
un pensar l’impossibile. Ora dunque tornati, Sancio caro, a casa tua, e significa alla tua Teresa il mio animo se a te ed a lei piace di restare con me a mercede bene quidem; in caso diverso amici come prima, chè se non mancherà da mangiare nella colombaia, non vi mancheranno mai colombe; e pensa bene, figliuol mio, che più vale una buona speranza che un cattivo possesso, e più un buon avere che una mala paga. Io uso di questo linguaggio figurato per farti vedere che so anch’io come tu sfoggiare proverbii, ma poi concludo che se rifiuti di servirmi a mercede e di correre la mia stessa sorte, restati pure con Dio che ti faccia santo, chè a me non mancheranno scudieri più obbedienti, più solleciti e non tanto importuni e ciarlatori come tu sei„.
Quando Sancio udì la ferma risoluzione del suo padrone, gli parve che il cielo s’annuvolasse, e gli caddero le ali del cuore; giacchè aveva creduto per certo che il suo padrone non potesse e non volesse partire senza di lui per tutto l’oro del mondo. Stava dunque pensoso e sospeso, quando entrò Sansone Carrasco, seguito dalla serva e dalla nipote, desiderosa di udire con quali argomenti volesse provarsi a distogliere il loro signore dal proponimento di tornare in traccia di avventure. Sansone, volpe vecchia e famosa, appena arrivato abbracciò don Chisciotte come la volta passata, e con