E quest’officio a me, credo, non tocca
Sol mentre dura la mortal mia vita,
Ma con la lingua morta e fredda in bocca
Per te moverò pur la voce ardita:
Deh! perchè morte omai suo stral non scocca,
Chè in riva a Stige, ove il destin m’invita,
Andrò di te cantando, e al suono mio
L’onda immobil starà del pigro Obblio.
— Non più, disse a tal punto uno dei due che parevano re;