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capitolo lxii 559

quant’era larga la stanza, nè intorno alla tavola eravi persona umana che potesse rispondere. — Quanti siamo in questa camera?„ tornò a dimandare don Antonio, e gli fu risposto: — Ci sei tu e tua moglie, due delle sue amiche, un famoso cavaliere, chiamato don Chisciotte della Mancia, il suo scudiere che ha nome Sancio Panza.„ Oh qua sì che si accrebbe la maraviglia, e si arricciarono i capelli a tutti per lo spavento. Scostatosi don Antonio dalla testa, disse: — Io non ho più d’uopo di persuadermi che non venni ingannato da colui che mi ti vendè, o testa sapiente, o testa parlatrice, o testa risponditora, o testa ammirabile: un altro vi si accosti, e le chiegga ciò che più gli va a grado.„ E siccome le donne sono d’ordinario frettolose e curiose di sapere, la prima che se le avvicinasse fu una delle due amiche della moglie di don Antonio; ed ecco la sua dimanda: — Dimmi, o testa, e che cosa potrei io fare per diventare molto bella?„ Le fu risposto: — Sii molto onesta. — Non ti dimando altro,„ disse la signora. Successe a lei la compagna sua, e disse: — Vorrei sapere, o testa, se mio marito mi ami o no.„ Le fu risposto: — Guarda come egli comportasi teco e da questo lo conoscerai.„ Si scostò la maritata, dicendo: — Questa risposta non aveva bisogno di domanda, perchè in effetto le opere che si fanno spiegano dichiaratamente l’intenzione di chi le fa.„ Poscia le andò appresso uno dei due amici di don Antonio, e le chiese: — Chi son io? — Tu lo sai, gli fu risposto. — Non ti dimando questo, replicò il cavaliere, ma se tu mi conosci. — Ti conosco, rispose, tu sei don Pietro Noriz. — Non voglio saper altro, e questo basta per persuadermi, o testa, che tu sai ogni cosa,„ Allontanatosi costui, si appressò l’altro amico, e così interrogò: — Dimmi, testa, che desiderii ha il mio figlio maggiore? — Ho già detto, rispose, che non giudico dei pensieri: ciò non ostante so dirti che quelli del tuo figliuolo sono di vederti sotterra. — E così è per lo appunto, disse il cavaliere, mentre ciò che veggo cogli occhi lo tocco colle mani, e di più non dimando.„ Si avvicinò la moglie di don Antonio, e disse: — Testa, non so quale dimanda farti: vorrei soltanto da te sapere se godrò per lunghi anni la compagnia del mio buon marito. — La godrai, rispose, da che gli promettono molti anni di vita la sua salute e la sua moderazione del vivere; chè la vita suole essere accorciata dalla intemperanza.„ Si accostò finalmente don Chisciotte, e disse: — Dimmi, o testa, o tu che rispondi: fu verità o sogno quanto mi è accaduto nella grotta di Montèsino? Saranno indispensabili le frustate di Sancio mio scudiere? Avrà compimento il disincanto di Dulcinea? — Quanto alla grotta, rispose, c’è da dire assai, poichè